jueves, 1 de diciembre de 2022

profezie leonardo da vinci

V. INDOVINELLI FANTASTICI O

PROFEZIE

Vederassi la spezie leonina colle ungliate branche aprire la terra, e nelle fatte

spelonche seppellire sé insieme co’ li altri animali a sé sottoposti

Uscirà della terra animali vestiti di tenebre, i quali, con maravigliosi assalti, assaliranno

l’umana generazione, e quella da feroci morsi fia, con fusion di sangue, da essi divorata.

Ancora: scorrerà per l’aria la nefanda spezie volatile, la quale assaliranno li omini e li animali,

e di quelli si ciberanno con gran gridore: empiranno i loro ventri di vermiglio sang[u]e.

Vedrassi il sangue uscire dalle stracciate carni, rigare le superfiziali parte delli omini.

Verrà alli omini tal crudele malattia, che colle proprie unghie si stracceranno le loro carni.

Sarà la rogna.

Vedrassi le piante rimanere sanza foglie e i fiumi fermare i loro corsi.

L’acqua del mare si leverà sopra l’ alte cime de’ monti verso il cielo e ricaderà sopra alle

abitazione delli omini.

Cioè per nugoli.

Vederà i maggiori alberi delle selve essere portati dal furor de’ venti dall’oriente all’occidente.

Cioè per mare.

Li omini gitteranno via le propie vettovaglie.

Cioè seminando.

Verrà a tale la generazione umana che non si intenderà il parlare l’uno dell’altro.

Cioè un tedesco con un turco.

Vedrassi ai padri donare le lor figliole alla lussuria delli omini e premiarli e abbandonare ogni

passata guardia.

Quando si maritano le putte.

Usciranno li omini delle sepulture convertiti in uccelli, e assaliranno li altri omini tollendo loro

il cibo delle propie mani e mense.

Le mosche.

Molti fien quegli che scorticando la madre, li arrovescieranno la sua pelle addosso.

I lavoratori della terra.

Felici fien quelli che presteranno orecchi [al]le parole de’ morti.

Leggere le bone opere e osservarle.

24Le penne leveranno li omini, siccome li uccelli, inverso il cielo.

Cioè per le lettere fatte da esse penne.

L’umane opere fien cagione di lor morte.

Le spade e le lance.

Li omini perseguiranno quella cosa della qual più temano.

Cioè saran miseri per non venire in miseria..

Le cose disunite s’uniranno e riceveranno in sé tal virtù che renderanno la persa memoria alli

omini.

Cioè i palpiri che sono fatti di peli disuniti e tengano memoria delle cosse e

fatti delli omini.

Vedrassi l’ossa de’ morti, con veloce moto, trattare la fortuna del suo motore.

I dadi..

I boi colle lor corna difenderanno il foco della sua morte.

La lanterna.

Le selve partoriranno figlioli che fian causa della lor morte

Il manico della scura.

Li omini batteranno aspramente chi fia causa della lor vita.

Batteranno il grano.

Le pelle delli animali removeranno li omini con g[r]an gridori e bestemmie dal lor silenzio.

Le balle da giucare.

Molte volte la cosa disunita fia causa di grande unizione.

Cioè il pettine, fatto della disunita canna, unisce le file nella tela

Il vento passato per le pelli delli animali farà saltare li omini.

Cioè la piva che fa ballare.

De noci battuti

Quelli che aranno fatto meglio saranno più battuti e e sua figlioli tolti e scortica’ ovvero

spogliati, e rotte e fracassate le sue osse.

Delle scolture

Omè! Chi vedo il Salvatore di nuovo crocefisso.

De la bocca dell’omo ch’è sepoltura

Uscirà gran romori de le sepolture de quelli che so’ finiti di cattiva e violente morte.

Delle pelle delli animali che tengono il senso del tatto che v’è su le scritture

Quanto più si parlerà colle pelle, veste del sentimento, tanto più s’acquisterà sapienzia.

De’ preti che tengano l’ostia in corpo

Allora tutti quasi i tabernacoli, dove sta il Corpus Domini, si vederanno manifestamente per se

stessi andare per diverse strade del mondo.

E quelli che pascan l’er[b]e, faran della notte giorno.

Sevo.

25E molti terrestri e acquatici animali monteranno fra le stelle.

E i pianeti.

Vedrassi i morti portare i vivi in diverse parti.

I carri e navi.

A molti fia tolto il cibo di bocca.

A’ forni.

Del forno

E que’ che si imboccheranno per l’altrui mani fia lor tolto il cibo di bocca.

Il forno.

De crocifissi venduti

I’ vedo di nuovo venduto e crocifisso Cristo e martirizzare i sua santi.

I medici che vivan de’ malati

Verranno li omini in tanta viltà, che aran di grazia che altri trionfi sopra i lor mali, ovver della

perduta lor vera ricchezza.

Cioè la sanità.

Delle religion de’ frati che vivano per li loro santi, morti per assai tempo

Quelli che saranno morti, dopo mille anni, fien quelli che daranno le spese a molti vivi.

De sassi convertiti in calcina, de’ quali si mura le prigioni

Molti, che fien disfatti dal foco, innanzi a questo tempo torranno la libertà a molti omini.

De’ putti che tettano

Molti Franceschi, Domenichi e Benedetta mangeranno quel che da altri altre volte vicinamente

è stato mangiato, che staranno molti mesi avanti che possino parlare.

De’ nicchi e chiocciole, che son rebuttati dal mare, che marciscano dentro a

lor gusci

O quanti fien quelli che, poi che fien morti, marciranno nelle lor propie case,

empiendo le circustante parti piene di fetulente puzzo.

Tutte le cose, che nel verno fien nascoste e sotto la neve, rimarranno scoperte e

palese nella state.

Detta per la bugia che non può stare occulta

Delle taccole e stornelli

Quelli che si fideranno abitare appresso di lui, che saranno gran turbe, quasi tutti moriranno di

crudele morte. E si vedrà i padri colle madri d’insieme colle sue famiglie esser da crudeli animali

divorati e morti.

De’ villani in camicia che lavorano

Verrà tenebre di verso l’oriente le quali con tanto di oscurità tigneranno il cielo che copre

l’Italia.

De’ barbieri

Tutti li omini si fuggiranno in Africa.

26[Pronostico]

[Metti per ordine e mesi e le cirimonie che s’usano, e così fa del giorno e della

notte.

De’ segatori

Saranno molti, che si moveran l’uno contra l’altro, tenendo in mano il tagliente

ferro. Questi non si faranno infra loro molto nocimento che di stanchezza, perché

quanto l’uno si caccerà inanti, tanto l’altro si ritirerà indirieto. Ma trist’a chi si

inframmetterà in mezzo, perché al fine rimarrà tagliato a pezzi.

Il filatoio da seta

Sentirassi le dolenti grida, le alte strida, le rau[ch]e e infiocate voce di quei che

fieno con tormento ispogliati e al fine lasciati ignudi e sanza moto: e questo fia causa

del motore che tutto volge.

Del mettere e trarre il pan della bocca del forno

Per tutte le città e terre e castelle, ville e case si vedrà per disiderio di mangiare trarre il proprio

cibo di bocca l’uno all’altro sanza poter fare difesa alcuna.

Le terre lavorate

Vedrassi voltare la terra sotto sopra, e risguardare li oppositi emisperii e scoprire le spilonche a

ferocissimi animali.

Del seminare

Allor in gran parte delli omini, che restaran vivi, gitteran fori de le lor case le

serbate vettovaglie in libera presa delli uccelli e animali terrestri, sanza curarsi d’esse

in parte alcuna.

Delle piove, che fan ch’e fiumi intorbidati portan vie le terre

Verrà di verso il cielo che trasmuterà gran parte dell’Africa, che si mostra a esso cielo in verso

l’Europa, e quella di Europa in verso l’Africa, e quelle delle provincie si mischieranno insieme con

gran revoluzione.

De’ legnami che bruciano

Li alberi e albusti delle gran selve si convertiranno in cenere.

Delle fornaci di mattoni e calcina

Al fine la terra si farà rossa per lo infocamento di molti giorni, e le pietre si convertiranno in

cenere.

E pesci lessi

Li animali d’acqua moriranno nelle bollenti acque.

L’ulive che caggian de li ulivi e dannoci l’olio che fa lume

Discenderà con furia di verso il cielo chi ci darà notrimento e luce.

27Delle civette e gufi con che s’uccella alla pania

Molti periranno di fracassamento di testa, e salterà loro li occhi in gran parte

della testa, per causa di animali paurosi usciti dalle tenebre.

Del lino che fa la carta de’ cenci

Sarà riverito e onorato e con referenzia e amore ascoltato li sua precetti, di chi

prima fu splezzato, straziato e martorizzato da molte e diverse battiture.

De’ libri che ‘nsegnan precetti

I corpi sanz’anima ci daranno con lor sentenzie precetti utili al ben morire.

De’ battuti e scorreggiati

Li omini si nasconderanno sotto le scorze delle iscorticate erbe, e quivi, gridando, si daran

martiri, con battimenti di membra a sé medesimi.

Della lussuria

E s’infurieranno delle cose più belle, a cercare, possedere e operare le parte lor più brutte, dove

poi, con danno e penitenzia ritornati nel lor sentimento, n’aran grande ammirazion di se stessi.

Dell’avaro

Molti fien quelli che con ogni studio e sollecitudine seguiranno con furia quella cosa che

sempre li ha spaventati, non conoscendo la sua malignità.

Delli omini che quanto più invecchiano più si fanno avari

chè, avendoci a star poco, doverebbon farsi liberali

Vedrassi a quelli che son giudicati di più sperienzia e giudizio, quanto egli hanno men bisogno

delle cose, con più avidità cercarle e riservare.

Della fossa

(Dilla in forma di frenesia o farnetico, d’insania di cervello)

Staran molti occupati in esercizio a levar di quella cosa, che tanto cresce, quanto se ne leva e

quanto più vi se ne pone, più diminuisce.

Del peso posto sul piumaccio

E mo[l]ti corpi nel vedere da lor levar la testa, si vedrà manifestamente crescere, e, rendendo

loro la levata testa, immediate diminuiscan lor grandezza.

Del pigliare de’ pidocchi

E saran molti cacciatori d’animali che quanto più ne piglieranno manco

n’aranno; e così, de converso, più n’aran quanto men ne piglieranno.

Dell’attigner l’acqua colle due secchie a una sola corda

E rimarranno occupati molti che quanto più tireranno in giù la cosa, essa più ne sfuggirà in

contrario moto.

La salsiccia ch’entra nelle budella

Molti si faran casa delle [bude]lle e abiteranno nelle loro propie.

Le lingue de’ porci e vitelle nelle budella

O cosa spurca, che si vedrà l’uno animale aver la lingua in culo all’altro.

De’ crivelli fatti di pelle di animali

28Vedrassi il cibo degli animali passar dentro alle lor pelli per ogni parte salvo che per la bocca e

penetrare dall’opposita parte insino alla piana terra.

Delle lanterna

Le feroce corna de’ possenti tori difenderanno la luce notturna dall’impetuoso furor de’ venti.

Delle piume ne’ letti

Li animali volatili sosterran l’omini colle loro propie penne.

Li omini che van sopra li alberi andando in zoccoli

Saran sì grande i fanghi, che li omini andranno sopra li alberi de’ lor paesi.

Della sola delle scarpe che son di bue

E si vedrà in gran parte del paese camminare sopra le pelli delli grand’animali.

Del navicare

Sarà gran venti per li quali le cose orientali si faranno occ[iden]tali e quelle di mezzo dì, in

gran parte miste col corso de’ v[en]ti, seguiranno per lunghi paese.

Delle pitture ne’ santi adorati

Parleranno li omini alli omini che non sentiranno; aran gli [occhi] aperti e non vedranno;

parleranno a quelli e non fie lor risposto; chiederan grazie a chi arà orecchi e non ode; faran lume a chi

è orbo [parleran] a’ sordi con gran [romo]re.

Del sognare

Andranno li omini e non si moveranno, parleranno con chi non si trova, sentiranno chi non

parla.

Dell’ombra che si move coll’omo

Vedrassi forme e figure d’omini o d’animali, che seguiranno essi animali e omini, du[v]unche

fuggiranno; e tal fia il moto dell’un quant’è dell’altro, ma parrà cosa mirabile delle varie grandezze in

che essi si trasmutano.

Delle ombre del sole e dello specchiarsi nell’acqua ‘n un medesimo tempo

Vedrassi molte volte l’uno omo diventare tre, e tutti lo seguano; e spesso l’uno, più certo,

l’abbandona.

Delle casse che riservano molti tesori

Troverassi dentro a de’ noci e de li alberi e altre piante tesori grandissimi, i quali lì stanno

occulti.

Dello spegnere el lume a chi va [a] letto

Molti, per mandare fori il fiato con troppa prestezza, perderanno il vedere e in brieve tutti e

sentimenti.

Delle campanelle de’ muli che stan presso a’ loro orecchi

Sentirassi in molte parte dell’Europa strumenti di varie magnitudine far diverse

armonie, con grandissime fatiche di chi più presso l’ode.

Delli asini

Le molte fatiche saran remunerate di fame, di sete, di disagio e di mazzate e di punture.

29De soldati a cavallo

Molti saran veduti portare da grandi animali con veloce corso alla ruina della sua vita e

prestissima morte. Per l’aria e per la terra saran veduti animali di diversi colori portarne con furore li

omini alla distruzione di lor vita.

Delle stelle delli sproni

Per causa delle stelle si vedrà li omini esser velocissimi al pari di qualunche animal veloce.

Il bastone ch’è morto

Il movimento de’ morti farà fuggire con dolore e pianto, con grida molti vivi.

Dell’esca

Con pietra e con ferro si renderà visibile le cose che prima non si vedeano.

De’ boi che si mangiano

Mangeranno e padron delle possessioni e lor propi lavoratori.

Del battere il letto per rifarlo

Verranno li omini in tanta ingratitudine, che chi darà loro albergo sanza alcun prezzo, sarà

carico di bastonate in modo che gran parte delle interiora si spiccheranno del loco loro e s’andranno

rivoltando per suo corpo.

Delle cose che si mangiano, che prima s’uccidano

Sarà morto da loro il lor nutritore, e fragellato con dispietata morte.

Dello specchiare le mura delle città nell’acqua de’ lor fossi

Vederassi l’alte mura delle gran città sottosopra ne’ loro fossi. [Atl. 370 r.a.]

Dell’acqua che corre torbida e mista con terra, e della polvere e nebbia mista

coll’aria, e del foco misto col suo caldo con ciascuno

Vedrassi tutti li elementi insieme misti con grande revoluzione, transcorrere ora inverso il

centro del mondo, ora inverso il cielo, e quando dalle parti meridianali scorreran con furia inverso il

freddo settantrione, a[l]cu[n]a volta dall’oriente inverso l’occidente, e così di questo in quell’altro

emisperio.

In ogni punto si può fare divisione de’ due emisperi

Li omini tutti scambieranno emisperio immediate.

In ogni punto è divisione da oriente a occidente

Moveransi tutti li animali da oriente a occidente, e così da aquilone a meridio.

Del moto dell’acque, che portano e legnami che son morti

Corpi sanz’anima per sé medesimi si moveranno, e porteran con seco innumerabile

generazione di morti, togliendo le ricchezze a’ circunstanti viventi.

Dell’ova, che essendo mangiate, non possan fare e pulcini

O quanti fien quelli ai quali sarà proibito il nascere!

30De pesci che si mangiano ovati

Infinita generazione si perderà per la morte delle gravide.

Delli animali che si castrano

A gran parte della spezie masculina, pell’esser tolti loro e testiculi, fia proibito il generare.

Delle bestie che fanno il cacio

Il latte fia tolto ai piccoli figlioli.

Delle sommate fatte delle troie

A gran parte delle femmine latine fia tolto e tagliate lor le tette insieme colla vita.

Del pianto fatto il venerdì sancto

In tutte le parti d’Europa sarà pianto da gran popoli la morte d’un solo omo.

Delle maniche de coltegli fatte di corna di castrone

Nelle corna delli animali si vedrà taglienti ferri, colli quali si torrà la vita a molti della loro

spezie.

Della notte, che non si cognosce alcun colore

Verrà a tanto che non si cognoscerà differenzia in fra i colori, anzi si faran tutti di nera qualità.

Delle spade e lance, che per sé mai nociano a nessuno

Chi per sé è mansueto e sanza alcuna offensione, si farà spaventevole e feroce mediante le

triste compagnie, e torrà la vita crudelissimamente a molte genti, e più n’ucciderebbe, se corpi

sanz’anima, usciti dalle spilonche, non li difendessimo.

Cioè le corazze di ferro

De’ laccioli e trappole

Molti morti si moveran con furia e piglieranno e legheranno e vivi, e serberangli a lor nemici

[a] cercar la lor morte e distruzione. [Atl. 370 r.a.]

De’ metalli

Uscirà delle oscure e tenebrose spelonche chi metterà tutta l’umana spezie in grandi affanni,

pericoli e morte; a molti seguaci lor dopo molti affanni darà diletto; e chi non fia suo partigiano morrà

con istento e calamità. Questo commetterà infiniti tradimenti, questo aumenterà e persuaderà li omini

tristi alli assassinamenti e latrocini e le servitù, questo terrà in sospetto i sua partigiani, questo torrà la

vita a molti, questo travaglierà li omini infra lor co' molte flalde, inganni e tradimenti. O animal

mostruoso, quanto sare’ meglio per li omini che tu tornassi nell’inferno! Per costui rimarran diserte le

gran selve delle lor piante, per costui infiniti animali perdan la vita.

Del fuoco

Nascerà di piccol principio chi si farà con prestezza grande. Questo non istimerà alcuna creata

cosa, anzi colla sua potenzia quasi il tutto sarà in potenzia di transformare di suo essere in un altro.

De’ navili ch’annegano

Vedrassi grandissimi corpi sanza vita portare con furia moltitudine d’omini alla distruzione di

lor vita.

Dello scrivere lettere da un paese a un altro

Parleransi li omini di remotissimi paese l’uno all’altro e risponderansi.

31Degli emisperi che sono infiniti e da infinite linie son divisi in modo che

sempre

ciascuno omo n’ha una d’esse linie infra l’un piede e l’altro.

Parleransi e toccheransi e abbracceransi li omini, stanti dall’uno all’altro emisperio, e

[‘n]tenderansi i loro linguaggi.

De preti che dican messa

Molti fien quelli che, per esercitare la loro arte, si vestiran ricchissimamente; e questo parrà

esser fatto secondo l’uso de’ grembiuli.

De’ frati [che] confessano

Le sventurate donne di propia volontà andranno a palesare a li omini tutte le loro lussurie e

opere vergognose e segretissime.

Delle chiese e abitazion de’ frati

Assai saranno che lasceranno li esercizi e le fatiche e povertà di vita e di roba, e andranno

abitare nelle ricchezze e trionfanti edifizi, mostrando questo esser il mezzo di farsi amico a Dio.

Del vendere il Paradiso

Infinita moltitudine venderanno pubblica e pacificamente cose di grandissimo prezzo, sanza

licenza del padrone di quelle, e che mai non furon loro, né in loro potestà, e a questo non provvederà

la giustizia umana.

De morti che si vanno a sotterrare

O umane sciocchezze, o vive pazzie! I semplici popoli porteran gran quantità di lumi per far

lumi ne’ viaggi a tutti quelli [ch]e integralmente han perso la virtù visiva.

Della dote delle fanciulle

E dove prima la gioventù femminina non si potea difendere dalla lussuria e rapina de’ maschi,

né per guardie di parenti, né per fortezza di mura, verrà tempo che bisognerà che padri e parenti d’esse

fanciulle paghin di gran prezzi chi voglia dormire con loro, ancora che esse sien ricche, nobili e

bellissime. Certo e’ par qui che la natura voglia spegnere la umana spezie, come cosa inutile al mondo

e guastatrice di tutte le cose create.

Della crudeltà dell’omo

Vedrassi animali sopra la terra, i quali sempre combatteranno infra loro e con danni gravissimi

e spesso morte di ciascuna delle parte. Questi non aran termine nelle loro malignità; per le fiere

membra di questi verranno a terra gran parte delli alberi delle gran selve dell’universo; e poi ch’e

saran pasciuti, il nutrimento de’ lor desideri sarà di dar morte e affanno e fatiche e paure e fuga a

qualunche cosa animata. E per la loro ismisurata superbia questi si vorranno levare inverso il cielo, ma

la superchia gravezza delle lor membra gli terrà in basso. Nulla cosa resterà sopra la terra, o sotto la

terra e l’acqua, che non sia perseguitata, remossa o guasta; e quella dell’un paese remossa nell’altro; e

‘l corpo di questi si farà sepoltura e transito di tutti i già da lor morti corpi animati.

O mondo, come non t’apri? e precipita nell’alte fessure de’ tua gran balatri e

spelonche, e non mostrare più al cielo sì crudele e dispietato monstro.

Del navicare

Vedrassi li alberi delle gran selve di Taurus e di Sinai, Apennino e Talas scorrere per l’aria da

oriente a occidente, da aquilone a meridie, e portarne per l’aria gran moltitudine d’omini. O quanti

voti, o quanti morti, o quanta separazion d’amici e di parenti, o quanti fien quelli che non rivedranno

più le lor provincie, né le lor patrie, e che morran sanza sepoltura, colle loro ossa sparse in diversi siti

del mondo!

Dello isgombrare l’Ognisanti

Molti abbandoneranno le propie abitazioni, e porteran con seco tutti e sua valsenti, e andranno

abitare in altri paese.

Del dì de’ morti

32E quanti fien quelli che piangeranno i lor antichi morti, portando lumi a quelli!

De’ frati che spendendo parole ricevano di gran ricchezze, e danno il Paradiso

Le invisibile monete faran trionfare molti spenditori di quelle.

Degli archi fatti colli corni de’ buoi

Molti fien quelli che per causa delle bovine corna moriranno di dolente morte.

[Divisione della profezia]

[ Prima delle cose degli animali razionali, seconda delli inrazionali, terza delle

piante, quarta delle cirimonie, quinta de’ costumi, sesta delli casi ovvero editti ovver

quistioni, settima de’ casi che non possono stare in natura, come dire:”di quella

cosa quanto più ne levi, più cresce”, e riserva i gran casi inverso il fine e deboli dal

principio, e mostra prima e mali e poi le punizioni; ottava delle cose filosofiche.

De’ cristiani

Molti, che tengono la fede del figliolo, e sol fan templi nel nome della madre.

Del cibo stato animato

Gran parte de’ corpi animati passerà pe’ corpi degli altri animali; cioè, le case

disabitate passeran in pezzi per le case abitate, dando a quelle un [u]tile, e portando

con seco i sua danni.

Quest’è cioè: la vita dell’omo si fa delle cose mangiate, le quali portan con

seco la parte dell’omo ch’è morta

Delli omini che dorman nell’asse d’albero

Li omini dormiranno e mangeranno e abiteranno infra li alberi, nati nelle selve

e campagne.

Del sognare

Alli omini parrà vedere nel cielo nove ruine, parrà in quelli levarsi a volo e di quello fuggire

con paura le fiamme, che di lui discendano, sentiran parlare li animali di qualunche sorte di linguaggio

umano, scorreranno immediate colla lor persona in diverse parte del mondo sanza moto, vedranno

nelle tenebre grandissimi sprendori. O maraviglia delle umane spezie, qual frenesia t’ha sì condotto?

Parlerai cogli animali di qualunche spezie e quelli con teco in linguaggio umano, vedrai cadere di gran

altura sanza tuo danno, i torrenti t’accompagneranno …

Delle formiche

Molti popoli fien quelli che nasconderan sé e sua figlioli [e] vettovaglie dentro alle oscure

caverne; e lì, nelli lochi tenebrosi, ciberan sé e sua famiglia per molti mesi, sanza altro lume

accidentale o naturale.

Dell’ape

E a molti altri saran tolte le munizioni e lor cibi, e crudelmente da gente sanza ragione saranno

sommerse o annegate. O giustizia di Dio, perché non ti desti a vedere così malmenare e tua creati?

Delle pecore, vacche, capre e simili

A innumerabili saran tolti e loro piccoli figlioli, e quelli scannati e

crudelissimamente squartati.

Delle noci e ulive e ghiande e castagni e simili

33Molti figlioli da dispietate bastonate fien tolti delle propie braccia delle lor

madri e gittati in terra e poi lacerati

De fanciulli che stanno legati nelle fasce

O città marine, io veggo in voi i vostri cittadini, così femmine come maschi, essere

istrettamente dei forti legami colle braccia e gambe esser legati da gente che non intenderanno i vostri

linguaggi, e sol vi potrete isfogare li vostri dolori e perduta libertà mediante i lagrimosi pianti e li

sospiri e lamentazione infra voi medesimi, chè chi vi lega non v’intenderà, né voi loro intenderete.

Delle gatte che mangiano e topi

A voi, città dell’Africa, si vedrà i vostri nati essere squarciati nelle propie case da crudelissimi

e rapaci animali del paese vostro.

Delli asini bastonati

O natura instaccurata, perché ti se’ fatta parziale, facendoti ai tua figli d’alcuni

pietosa e benigna madre, ad altri crudelissima e dispietata matrigna? Io veggo i tua

figlioli esser dati in altrui servitù sanza mai benefizio alcuno; e in loco di

remunerazione de’ fatti benefizi, esser pagati di grandissimi martiri; e spender

sempre la lor vita in benefizio del suo malefattore.